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Carrelli abbandonati: alcune dritte per recuperarli

Il carrello abbandonato è un fenomeno naturale, che si verifica anche nei migliori ecommerce B2B. Questo perchè l’utente, in fase di navigazione nel catalogo, passa in rassegna una grande quantità di articoli, fa una pre-selezione di quelli più vicini alle sue necessità e li inserisce temporaneamente nel carrello, per poi abbandonarlo, sicuro di ritrovarli successivamente e completare l’acquisto in maniera più rapida. Non sempre, però, questi acquisti vengono completati.

Una recente ricerca del Baymard Institute rileva che il tasso medio di abbandono di un carrello B2B si aggira attorno al 70% e questo significa solo una cosa: c’è ancora molto fatturato potenziale da generare.

In numeri, se Forrester stima che nel corso del 2018 il fatturato generato dagli ecommerce B2B sarà pari a 9 trillioni di dollari. Contrastando il fenomeno del carrello abbandonato a questo numero potrebbero essere sommati ulteriori 6 trillioni di dollari! Sono numeri da capogiro, ma il mancato fatturato può rivelarsi un nodo da sciogliere molto rilevante per le aziende: comprendere le ragioni principali che spingono l’utente a non completare un acquisto B2B e trovare la strategia giusta per portarlo alla conversione sono la chiave di volta che possono far spostare gli equilibri dei fatturati aziendali.

1. Ottimizza il processo di checkout

Quasi un terzo degli utenti abbandona il carrello a causa di una procedura di checkout troppo complessa. Lo conferma il Baymard Institute. Assieme a questa, le altre principali cause che provocano l’abbandono di un carrello sono:

La stessa ricerca stima che, semplificando la procedura di checkoout, il tasso di conversione di un ecommerce di medie dimensioni può aumentare fino al 35%.

2. Migliora le performance della piattaforma

Una piattaforma ecommerce lenta è una piattaforma che non funziona e può causare un tasso di abbandono pari al 75% e un crollo della fedeltà degli utenti del 50%. Ad oggi, il tempo medio di conversione varia dai 1,8 ai 2,7 secondi. Ad un ritardo di 100 millisecondi corrisponde una perdita delle conversioni del 7%, che sul desktop si traduce in un tasso di rimbalzo del 18% e, sul mobile, del 50%.

La soluzione è una sola: assicurarsi che tutto funzini sempre senza intoppi, che la piattaforma possa garantire ottime performance anche nei momenti di traffico più intenso e nei momenti di alta stagionalità.

3. Mantieni alta l'attenzione

Per aiutare gli utenti a completare un’ordine non devi fare altro che ricordarglielo. Negli USA, il 58% dei carrelli abbandonati è causato da un fatto molto semplice: gli utenti non sono pronti a completare l’acquisto. È proprio qui che il Marketing entra in azione. Metti in piedi delle strategie di User Engagement per mantenere viva la relazione con i potenziali clienti, in modo che non si dimentichino dell’acquisto ancora in sospeso, magari fornendo dei piccoli incentivi (sconti, gadget in omaggio, promozioni limitate, ecc.) che possano far prendere la decisione di completare l’acquisto online il più presto possibile. Che le mail siano efficaci, lo conferma uno studio di Annex Cloud: i tassi di apertura si aggirano attorno al 45% e il 10,7% degli utenti che hanno ricevuto una mail dopo aver abbandonato il carrello ritorna per completare l’acquisto.

Se queste comunicazioni sono personalizzate, utili, piacevoli, la probabilità di successo e di incremento degli ordini è solo una questione di statistica! Provare per credere!

 

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